DRØMMER (dreams) Una delicata narrazione dell'intimità

Erica Piatti

3/4/20252 min read

Il contenuto del mio post

Entrare in sala cinematografica e ri-scoprire il sentimento dell’attrazione. una sensazione nuova, intensa, tutta da scoprire; colma degli imbarazzi e delle incertezze di chi, per la prima volta, si approccia a questo impulso.

La narrazione di Drømmer, terzo episodio della trilogia dedicata all’amore di Haugerud, con Ane Dahl Torp, Selome Emnetu, Ingrid Giæver, Anne Marit Jacobsen, Ella Øverbye, presentato alla 75° edizione della Berlinale, vincitore dell’ Orso d’Oro, rispecchia le paure e gli imbarazzi di chi, appena entrato nell’adolescenza, si interfaccia con la sfera romantica.

Tutto è riportato con chiara semplicità.

Johanne, ragazza norvegese di 17 anni, per la prima volta sperimenta il sentimento dell’amore, dopo l’incontro con la sua nuova insegnante di francese di cui si infatua a prima vista.

Attraverso la scrittura Johanne si interfaccia all’interesse romantico ed erotico, iniziando un viaggio con il proprio corpo e la propria mente.

L’immaginazione è importante, tutta la storia è raccontata attraverso mente della protagonista.

Affidati ad un diario personale sono gli scritti intimi di Johanne sul suo primo grande

e man mano che durante il film Johanne e la sua insegnante diventano sempre più strette, anche gli appunti della ragazza si fanno sempre più intensi.


Una storia tutta al femminile dove l’amore si trasforma in materia intellettuale. generazioni diverse si confrontano sul tema dell’amore; creando attriti, dibattiti spingendo sua madre e sua nonna a riconsiderare le proprie realtà e i propri sogni, innescando un vivace dibattito tra donne.


Queste sensazioni sono sbagliate?

Cosa sto provando?

Come spiego quello che sta nascendo dal mio corpo?


Solo con la forza del racconto, si riesce a percepire tutta la potenza di questo nuovo sentimento. perchè tra Johanne e la sua insegnate non accadrà mai nulla di fisico, ma la potenza del film risiede proprio in questo. Un delicato spiraglio sulla scoperta di un sentimento che ormai si dà troppo per scontato: il racconto di quel l'innamoramento, e dell’affanno, dei sussulti, degli struggimenti che di volta in volta vediamo rivelarsi nella mente e sul corpo, non supera mai la soglia dell’appartamento della docente.

“Ho pensato che avrei potuto catturare l’essenza di quel momento”, con queste parole Johanne spiega a sua nonna perché scrive di tutto ciò che le sta accadendo. Riporta dettagliatamente quello che le accade; capendo l’assoluta importanza di quel momento.

Anche il pubblico in sala è portato così a riflettere sulle proprie esperienze relazionali, rifacendosi domande che probabilmente rimanevano nascoste dall'adolescenza.

La potenza di questo film risiede proprio nella capacità di trasmettere al pubblico non tanto le emozioni, ma le domande.


Questo film porta lo spettatore a riflettere su un tema importante ma che ormai, capita di dare per scontato nella vita: ovvero l’amore.
Rivivere insieme a Johanne la prima cotta, il primo innamoramento con tutte le domande e le perplessità che ne conseguono è stata una delicata riflessione sulla capacità di vivere l’amore e l’attrazione, riportando alla luce domande che troppo spesso si tengono nascoste.