Il laureato. Cosa rimane dopo l’estate?

Leonardo Flora

7/7/20253 min read

“Quella notte ricordi sconnessi dei tempi della quinta elementare vennero a riemergere uno dopo l'altro nel mio cuore [...]. Ed era proprio come un film che I ricordi nei quali le persone proiettano maggiormente la loro nostalgia sono quelli legati alle prime estati della loro vita; giorni lunghissimi fanno sembrare queste stagioni infinite e immerse in un’atmosfera sospesa, surreale e luminosa in cui gli impegni autunnali appaiono come una prospettiva ancora ipotetica.
Il tempo improvvisamente si dilata e si viene gettati in un contesto meno dinamico e più contemplativo. La vita rallenta; dopo mesi passati di corsa, improvvisamente mette il freno a mano, e le immagini che prima si vedevano sfrecciare fuori dal finestrino acquisiscono una forma concreta che siamo obbligati a guardare.

Con il tempo si scopre di provare nostalgia per le cose più impensabili, le più impercettibili. Si può addirittura arrivare a provare nostalgia anche di periodi emotivamente molto difficili. A incrementare la carica nostalgica dell’avvenimento può essere anche un ulteriore ricordo di uno spaesamento giovanile legato a quel periodo; un individuo alle porte dell’età adulta rimane disorientato davanti alle tante numerose quanto vaghe prospettive future.

Nel caso di Benjamin Braddock, protagonista de Il laureato (1967), questi due aspetti si incrociano; dopo aver terminato il college, torna a Los Angeles dai suoi genitori; la fine del percorso di studi apre le porte a un’estate di inattività e disorientamento.
Il protagonista è intrappolato in un alienante senso di vuoto, tipico di chi, dopo aver raggiunto un traguardo, si trova improvvisamente privo di obiettivi.
Benjamin ha appena vissuto un grande cambiamento e, disorientato dal futuro, si abbandona a una calda, apatica estate post-laurea.

Il senso di spaesamento è evidenziato anche dal rapporto distaccato che ha con i genitori, che cerca pigramente di assecondare quando gli è impossibile evitarli.
La condizione esistenziale di Benjamin si manifesta quando, completamente equipaggiato per un’immersione subacquea nei pressi della piscina dei suoi genitori e circondato dai loro amici, viene incitato dal padre ad immergersi. La visione di un ragazzo in muta da sub che fissa il vuoto sul fondo di una piscina risulta paradossale ed emblematica per descrivere la condizione di un personaggio smarrito, che non sa cosa sta facendo e soprattutto non sa dove sta andando.

Benjamin vive in un contesto nel quale la sua volontà pare non interessare a nessuno, a lui per primo. Sarà la relazione con la signora Robinson a scuotere la sua quotidianità anche se in modo solo superficiale. La relazione con una donna più grande di lui viene accettata passivamente e finisce in modo inevitabile per riportarlo in una situazione di immobilismo simile a quello dell’incertezza precedente. A muovere i due amanti è solo il desiderio fine a se stesso e, di conseguenza, questa relazione non porta nessun tipo di prospettiva.
Se i genitori del protagonista, insieme a tutti i loro amici, rappresentano per Benjamin conversazioni e situazioni da evitare, la signora Robinson costituisce il suo unico autentico specchio sul mondo degli adulti. Si tratta, tuttavia di una donna annoiata, alcolizzata e depressa che aumenta la confusione e il timore di Benjamin rispetto all’età matura. È il simbolo di una classe dirigente disillusa che cresce giovani disorientati.
In breve tempo anche la relazione con la signora Robinson perde il suo fascino proibito e si traduce in un’altra distrazione utile soltanto per evitare di pensare al futuro.

Tra conversazioni con adulti che non portano da nessuna parte, nelle quali i personaggi sembrano parlarsi solo per non capirsi, Benjamin si trova involontariamente partecipe di un gioco che non comprende e con delle regole che per lui non hanno senso. Reagisce quindi a questa situazione andando comodamente alla deriva nella piscina dei suoi genitori, e successivamente, passando fluidamente dalla piscina alla camera da letto della signora Robinson.

La volontà precaria del protagonista arriva ad imporsi solo dopo che l’amore per Elaine, figlia della signora Robinson, lo risveglia dal torpore; sul finale i due salgono sull’autobus, in fuga da un passato di apatia verso un futuro incerto. C’è speranza nell’incertezza e Il desiderio di vivere qualcosa di nuovo fa tornare un sorriso sognante sul volto di Benjamin. Il protagonista esce definitivamente dalla spirale di inattività e inadeguatezza in cui si ritrovava, spazzando via quel che rimane della pigrizia e della nostalgia estiva, spalancando le porte autunnali del futuro sulle note malinconiche di The Sound of Silence di Simon & Garfunkel.