Influenze dalla regia alla regia

Ludovico Persic

3/4/20254 min read

La cinematografia ha un linguaggio complesso composto da inquadrature, montaggio, effetti speciali, script, body language e esperienze vissute. Per fare un buon film, oltre ad un cast capace di recitare, seguire consigli e improvvisare, e uno screenwriter capace di creare dialoghi convincenti; serve un regista che abbia una forte immaginazione e una grande cultura narrativa filmica, fotografica, artistica e/o letteraria. Anche una vita spontanea e colma di esperienze può essere un buon requisito. Se nei film di oggi percepite qualche rimando a decenni precedenti o a film specifici, o se qualche inquadratura vi ricorda delle fotografie che avete visto in qualche mostra, è probabilmente dovuto al fatto che questi registi li hanno usati come riferimento stilistico per le loro opere, e più queste inquadrature e questi stili colpiscono l’occhio dello spettatore, sia per motivi culturali, socio-politici o semplicemente compositivi, più i loro film acquisiscono rilevanza tra i cinefili.

Qui di seguito vengono riportati alcuni dei registi che più hanno segnato la storia del cinema e che si fanno sentire ancora oggi, influenzando i cineasti contemporanei.


Sidney Lumet (1924 - 2011)

Sidney Lumet è uno dei motivi per cui leggiamo ancora i gialli di Agatha Christie, ed è stato il motore della fama di Sean Connery prima che diventasse l’Agente 007. Aiutò Sophia Loren a farsi conoscere in America facendole recitare in Quel tipo di donna (1959), Diresse uno dei film più studiati dal punto di vista narrativo e cinematografico (12 Angry Men, 1957) e ci diede alcune scene iconiche di Al Pacino in Serpico (1973). Suo è il primo adattamento cinematografico de Assassinio sull’Orient Express, di cui il più recente è del 2017, diretta da Kenneth Branagh. Nato in Filadelfia, lui e la sua famiglia si trasferirono presto a Lower East Manhattan, New York. Qui Sidney Lumet coltivò un forte amore per la città, facendola diventare (come per Martin Scorsese e Woody Allen) l’ambientazione della maggior parte dei suoi film. La sua carriera finisce con Onora il padre e la madre (2007), due anni dopo aver ricevuto l’Oscar di riconoscimento per la sua carriera.


François Truffaut (1932 - 1984)

François Truffaut è uno dei registi francesi più importanti, nonché uno dei registi più importanti nella storia del cinema, essendo stato uno dei fondatori della French New Wave (la prima e sostanziale spinta verso la sperimentazione artistica e verso la spontaneità nel cinema) e uno dei teorici più influenti in ambito cinematografico (basti leggere i suoi articoli ne Cahiers du Cinema o Lezioni di Cinema). E’ a lui che dobbiamo l’attribuzione artistica di un film al suo direttore (che lui chiama auteur) invece che agli addetti del colore, della luce e agli storyboard artists. Con lui il cinema divenne più soggettivo, più colorato, più reale e più immersivo grazie alle continue sperimentazioni che portò avanti con i suoi colleghi Eric Rohmer, Agnes Varda, Jean-Luc Godard e André Bazin. I suoi film più importanti per ora sono Effetto Notte (1974), I 400 colpi (1959) e Gli anni in tasca (1976). Il suo tema prediletto è l’amore in ambito sociologico, in particolare il fascino che l’uomo prova verso le donne, il legame che l’uomo ha con la propria infanzia, le differenze tra amore erotico, amore platonico e amore coniugale, e l’uomo comune.


Orson Welles (1915–1985)

Orson Welles è il regista di Citizen Kane (1941), il film in assoluto più studiato nel cinema, e considerato probabilmente il film più grande della storia del cinema. E’ una delle personalità più rappresentative del Novecento in ambito teatrale, cinematografico e radiofonico (a soli 23 anni fece spaventare milioni di radioascoltatori americani facendogli credere che stesse avvenendo un’invasione extraterrestre negli Stati Uniti, malgrado gli avvisi prima e dopo il programma, che consisteva in un normale programma radiofonico con frequenti interruzioni da un notiziario che informava sull’invasione), nonchè un avido fan delle opere shakespeariane. Ha diretto Macbeth (1948), Otello (1952) e Falstaff (1965), quest’ultima ispirata a tre opere di Shakespeare. E vi lascio uno dei suoi film più kafkiani: Il Processo (1962), adattamento cinematografico dell'omonimo libro di Franz Kafka. Orson Welles ha anche scritto e diretto opere incentrate sul concetto del falso e della menzogna nel mondo dell’arte e nella vita, come potete vedere nel film F come Falso (1973).


Nora Ephron (1941–2012)

Per concludere è da citare una regista dai contenuti considerati più leggeri, ma di gran lunga quella che sta influenzando di più il cinema popolare. Nora Ephron è il motivo per cui associate Hugh Grant ai rom-com, ed è uno dei motivi per cui pensate che New York sia una delle città più romantiche in cui si possa vivere o in cui si possa fare un viaggio in autunno. Lei è la ragione per cui si prova a realizzare almeno una ricetta francese vintage, ed è una delle donne che bisogna ringraziare per aver tolto gran parte dei tabù riguardanti il body image femminile e per aver contribuito a dare alle donne l’accesso a molti lavori precedentemente rivolti solo a uomini (leggete The Good Girls Revolt di Lynn Povich). La regista cominciò veramente come scrittrice, non riuscendoci alla Newsweek, ma successivamente lavorando per il Post e per Esquire, dove il suo articolo più accolto, A Few Words About Breasts, scritto proprio durante la Seconda Ondata Femminista le dà lo status di celebrità a New York. I suoi film più importanti sono Sleepless in Seattle (1993), C’è posta per te (1998) e Julie & Julia (2006).