Kerousac's Road: The Beat of a Nation - La strada come identità americana


Mercoledì 13 agosto ho avuto l’occasione di assistere, al Festival di Locarno, alla proiezione di Kerouac’s Road: The Beat of a Nation, film documentario di Ebs Burnough. Un titolo che subito dichiara il suo intento: riportare al centro il mito della “strada” raccontato da Jack Kerouac in On the Road, ma allo stesso tempo interrogarsi su cosa significhi oggi attraversare e vivere l’America. Burnough sceglie un approccio originale: non un semplice omaggio letterario, né una biografia classica dello scrittore, ma un viaggio visivo e narrativo che alterna due binari. Da una parte la voce e le immagini di donne e uomini comuni, provenienti da diversi stati americani, chiamati a raccontare cosa rappresenti per loro la “strada”: un luogo di fuga, un percorso di lavoro, una memoria familiare, una promessa di libertà. Ogni testimonianza diventa un tassello di un mosaico corale, che restituisce la molteplicità di identità, culture e aspirazioni che compongono gli Stati Uniti. Dall’altra parte, Burnough intreccia questo racconto collettivo con la vita di Kerouac stesso, grazie al contributo di una delle massime studiose della sua opera e a preziosi filmati di repertorio. Il montaggio alterna presente e passato, colore e bianco e nero, creando un contrappunto visivo che non è solo estetico, ma anche concettuale: il sogno beat, con la sua urgenza esistenziale, si specchia e si confronta con un’America contemporanea più disincantata, ma ancora percorsa dal desiderio di movimento e ricerca. L’elemento che colpisce di più è la fotografia. Ogni intervista è accompagnata da un paesaggio differente. Burnough sa catturare la luce e il colore in modo poetico, sottolineando non solo la vastità geografica degli Stati Uniti, ma anche la loro frammentazione culturale. In questo senso, il documentario diventa quasi un atlante emotivo del paese, dove ogni volto e ogni paesaggio raccontano una sfumatura diversa dell’esperienza americana. Kerouac’s Road: The Beat of a Nation è dunque un’opera duplice: un documentario “antropologico”, che restituisce l’anima variegata degli Stati Uniti attraverso le storie dei suoi cittadini, e al tempo stesso un ritratto intimo e riflessivo dello scrittore che più di tutti ha fatto della strada un simbolo esistenziale. Personalmente ho apprezzato molto la scelta stilistica di Burnough, soprattutto la capacità di rendere visivamente la sensazione di movimento e di viaggio, che era il cuore del romanzo di Kerouac. Il risultato è un film che non si limita a celebrare un mito letterario, ma lo reinterpreta alla luce del presente, invitando lo spettatore a chiedersi cosa significhi, oggi, mettersi in cammino.